il risultato dell’incontro del 11/07/2016
Presenti: Massimo Useri, Lorenza Maluccelli, Gianluca Borghi – Asp Bologna (proprietà), Marco Guerzoni – Comune di Bologna, Germano Severini, Alessandra Rabbi – Acer (direzione lavori e appaltante), Chiara Mossetti, Paolo Sanna – Sumisura.
Prima di esplorare le singole soluzioni progettuali alternative emerse dai laboratori e proposte ad ASP e Acer, è necessario menzionare alcune premesse di carattere generale che si riflettono sui criteri che hanno guidato le relative risposte, dal punto di vista tecnico, rispetto ai tempi e alle possibilità amministrative e burocratiche.
Le partizioni interne saranno realizzate tutte in lastre in fibrogesso, pertanto con tecnologia a secco, che consente una maggiore flessibilità nel montaggio e smontaggio di porzioni di tramezzature rispetto alle soluzioni tradizionali in mattoni. Tale premessa non conferisce comunque una totale libertà di soluzioni e scelte, ma entro il mese di settembre sarà necessario fornire ad Acer le indicazioni precise sulle eventuali modifiche da apportare al progetto rispetto alla soluzione originaria.
I livelli dei piani finiti dei singoli piani sono dettati dalla scala di collegamento esistente, pertanto gli spessori di passaggio di tutte la parti impiantistiche ed in particolar modo degli scarichi, sono piuttosto esigui. Tale notazione di carattere tecnico induce a dire che difficilmente si riusciranno a fare degli spostamenti di attacchi cucina o degli scarichi dei bagni in posti differenti rispetto a quelli prestabiliti in progetto. Le murature perimetrali, per effetto della normativa antisismica, saranno rinforzate strutturalmente e pertanto non saranno impiegabili per il passaggio di tubazioni di scarico o di adduzione acqua.
La presenza di bagni ciechi è giustificata da due aspetti tecnici piuttosto importanti e caratterizzanti il progetto. Il primo dipende dalla scelta di razionalizzare le aperture finestrate e la conformazione regolare delle camere da letto, oltre che al rispetto delle superfici minime previste dai regolamenti edilizi e di igiene.
Il secondo è dato dalla scelta di installare comunque un sistema di ventilazione meccanica controllata del tipo a flusso semplice, che prevede il ricambio continuo d’aria, a bassa velocità, in tutto l’alloggio. Il meccanismo prevede l’ingresso di aria pulita dai locali soggiorno e camere da letto e l’espulsione dalle cucine e dai bagni, in modo controllato e continuo, evitando così l’insorgere di problemi di condense e muffe ed ottenendo un ottimale controllo igrometrico di tutti gli ambienti. Il sistema consente così di realizzare dei servizi igienici ciechi garantendone la salubrità e la qualità dell’aria, con consumi elettrici comunque molto contenuti.
La realizzazione dei controsoffitti si rende necessaria per una serie di motivi.
I solai attuali sono realizzati in tavelle in calcestruzzo e putrelle in acciaio, che verranno mantenute e rinforzate, ma che non presentano condizioni estetiche e di conservazione perfette. Si rende quindi necessaria una mascheratura di tali superfici con dei controsoffitti. Inoltre i controsoffitti avranno funzione di mascheratura anche di gran parte degli impianti e della loro distribuzione orizzontale, pertanto la loro realizzazione risulta assolutamente necessaria.
Infine i controsoffitti hanno la funzione di ridurre in qualche modo il volume riscaldato, ottenendo un effetto virtuoso sul risparmio energetico dei singoli appartamenti.
L’edificio è storico ed è sottoposto a verifica antisismica, pertanto è stato rinforzato sotto tutti i punti di vista a tale scopo. Le verifiche strutturali hanno naturalmente riguardato anche le fondazioni che risultano essere già al limite rispetto alla loro capacità di sopportare i carichi previsti dal progetto e dalle destinazioni d’uso da esso previste.
Non è quindi possibile, al di là delle questioni economiche, la realizzazione di soppalchi, che introdurrebbero nuovi e supplementari carichi sulle fondazioni, rendendo non verificate le analisi rispetto alla normativa strutturale.
Nello stipulare il contratto con l’impresa esecutrice delle opere, Acer ha definito un capitolato delle finiture (pavimenti, rivestimenti, porte, rubinetti, sanitari) che prevede un campionario di possibilità limitato ma non totalmente chiuso. Nell’ambito di tale campionario sarà possibile muoversi e fare alcune scelte in merito alle finiture. Si prevede che si possa presentare ai partecipanti un campionario definitivo per il mese di settembre.
La soluzione delle porte scorrevoli esterne è l’unica variante che normalmente Acer ed ASP contemplano rispetto alla porta ad anta. Non viene presa invece in considerazione la scorrevole interna al muro (a scomparsa) tipo Scrigno, per problemi di manutenzione e di costo.
Per esperienza di gestione di altre residenze in affitto, ASP si riserva comunque di avallare la scelta delle porte scorrevoli qualora l’inquilino si prenda in carico la manutenzione e la conservazione in buono stato di tale elemento.
La progettazione dell’edificio, gravato di vincoli di natura storica ed architettonica, è stata limitata dal punto di vista del risparmio energetico, non potendo ricorrere ad alcune soluzioni più strutturali ed invasive nel trattamento dell’involucro edilizio.
Si è comunque proceduto nell’adozione di un sistema integrato di interventi quali:
Non è stato possibile prevedere l’installazione di pannelli solari in copertura (sia termici che fotovoltaici) per ragioni di inserimento ambientale (la soprintendenza non ha dato il consenso).
Data la variazione della normativa in merito all’efficienza energetica rispetto all’epoca di progettazione, ad oggi Acer non è in grado di fornire una indicazione di classe energetica ben precisa, corrispondente ai parametri oggi in vigore, pur garantendo di comunicare tale indicazione non appena verrà completata la mappatura di tutti i materiali utilizzati in cantiere e quindi fatto il ricalcolo secondo la nuova norma. Non ci si attende una classificazione del tipo A o B, ad ogni modo. Sono però stati previsti tutti gli interventi possibili su questo tipo di edificio al fine di migliorarne le prestazioni energetiche.
Come anticipato, la permanenza di vincoli storici ed estetici sull’intero immobile condiziona qualsiasi modifica del progetto al passaggio (non solo formale, ma di valutazione sul merito) in Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, con conseguente dilatazione dei tempi di realizzazione.
Per effetto delle premesse esposte, gran parte delle modifiche distributive proposte dai laboratori non possono essere accolte. Commentiamo nel dettaglio le varie tipologie e soluzioni.
Si tratta della tipologia che ha generato alcune aspettative in merito alla possibilità di avere due camere da letto chiuse ed utilizzabili in modo indipendente. In realtà soggiorno e cucina devono restare nella posizione in cui si trovano, per i problemi legati alla distribuzione degli impianti e degli scarichi menzionati nelle premesse. La presenza di muri divisori in fibrogesso tra i due ambienti ne consente comunque l’apertura, come ipotizzato in una delle soluzioni alternative emerse dal lavoro dei laboratori.
Non è invece ipotizzabile la chiusura del soggiorno per motivi di superfici minime da rispettare. La seconda camera potrà essere allestita con arredi mobili in luogo del soggiorno, senza prevedere partizioni fisse.
E’ ammessa l’installazione di porte scorrevoli a guida esterna al posto delle porte ad anta semplice, con le condizioni illustrate in premessa.
La proprietà richiede che tutti gli alloggi di questa tipologia vengano realizzati nello stesso modo, quindi i partecipanti dovranno prendere una decisione in merito alla realizzazione o meno della parete divisoria tra ingresso e cucina.
Questa tipologia resta di fatto invariata. La possibilità di ruotare il bagno per poter annettere a tale ambiente la finestra non è stata accolta per problemi di connessione agli scarichi, oltre che alla realizzazione di una camera di geometria meno apprezzabile. La funzionalità del bagno e la qualità dell’aria dell’intero alloggio sarà comunque garantito dal sistema di ventilazione meccanica controllata.
Anche in questo caso il problema è il collegamento con gli scarichi, quindi non è possibile spostare il wc. Non è possibile realizzare un disimpegno perché la camera che ne risulterebbe sarebbe di dimensioni troppo ridotte.
La direzione lavori ha proposto una soluzione che non ritiene ottimale, ma che la proprietà potrebbe approvare nel caso in cui i futuri inquilini la ritenessero migliorativa:
La versione definitiva di questo alloggio coincide di già con la variante proposta, con soggiorno più ampio e disimpegno ridotto.
Per le modifiche del bagno valgono le riflessioni già fatte per la Tipologia B.
Valgono le medesime considerazioni fatte per la Tipologia C1.
I serramenti esterni dell’androne saranno vetrati. Dall’elaborato di progetto nominato Abaco Infissi, elaborato n. A49, si possono desumere le caratteristiche tecniche dei serramenti.
Anche il serramento del vano scala risulta essere completamente vetrato e a specchiatura fissa.
Acer fornirà lo schema dell’impianto elettrico degli spazi comuni per una valutazione generale dell’adeguatezza della dotazione in rapporto alle attività previste negli spazi.
Posto che i laboratori hanno sancito l’eliminazione delle celle cantina nel piano interrato, con piena accettazione di ASP e Acer di tale proposta, si è tentato di fare un ragionamento in merito alla possibilità di utilizzare, in maniera non continuativa, gli spazi interrati per altri usi oltre al locale deposito.
In particolare modo si è ragionato sulla possibilità di riscaldare e ventilare una porzione dello spazio interrato, per consentire agli abitanti di allestire tale zona come area utilizzabile in modo più confortevole, permanendo pur sempre la condizione di non abitabilità e uso permanente. L’area che potrebbe essere riscaldata è indicata in figura:
Si tratta della zona più prossima alla centrale termica, che avrebbe più facilità nell’essere collegata al sistema di ventilazione meccanica, in parte già considerata come zona attrezzata per accogliere la lavanderia comune. Tale area potrebbe essere dotata sia di impianto di illuminazione che di prese per la realizzazione di una zona asciugatura o altri tipi di usi più puliti.
La restante parte del locale interrato accoglierà le funzioni che i partecipanti ai laboratori proporranno e definiranno nei prossimi incontri, in modo da dotare gli spazi della predisposizione impiantistica necessaria. Rispetto a questo punto ASP e Acer hanno espresso una serie di considerazioni in merito alle responsabilità reciproche tra inquilini, proprietà e gestore nel momento in cui vengano messe in opera attività pericolose nei locali comuni (laboratori fai da te in primo luogo); questi temi dovranno essere oggetto di proposte in termini di gestione delle attività.
La soluzione che Sumisura immagina di proporre durante i prossimi laboratori ai partecipanti è quella dell’impegno (che sarà previsto nel regolamento del cohousing) alla costituzione di una Associazione di Abitanti di Porto 15 che si assuma la piena responsabilità delle attività che all’interno del cohousing vengono promosse e realizzate, in modo, da un lato sollevare completamente la proprietà da eventuali responsabilità in merito ad usi impropri degli spazi, dall’altra di consentire agli abitanti di usare liberamente e responsabilmente tutti gli spazi della casa.
I due spazi esterni al cohousing di via del Porto che hanno stimolato l’interesse dei partecipanti ai laboratori sono il cortile interno che dalla casa porta a via don Minzoni, sul lato Nord dell’edificio, ed il capannone con volta curva, posto a ridosso della porzione Nord-Est della casa di Porto 15.
L’esigenza in particolare, manifestata dalla totalità dei partecipanti, di avere un luogo sicuro dove riporre le biciclette ha portato l’attenzione sul cortile interno, che ASP ha confermato essere nella sua disponibilità.
Pertanto prevedere la chiusura tramite una cancellata il vicolo, con accesso condiviso con gli altri fruitori degli ingressi degli edifici limitrofi, potrebbe garantire a tutti un luogo maggiormente protetto e controllato dove allestire un parcheggio per le biciclette tramite rastrelliere montate a terra o a parete.
Oltre a riqualificare in modo definitivo il vicolo, di cui gli abitanti di Porto 15 condividerebbero l’uso e la gestione con i dirimpettai, si libererebbero gli spazi interni alla casa dell’onere del ricovero delle biciclette, oltre a poter prevedere uno spazio adatto a stendere la biancheria o ad usi più confacenti all’esterno.
Infine la garanzia d’uso del vicolo in modo regolamentato e confinato darebbe ancora più senso alle funzioni di apertura dell’Androne del piano terra al quartiere e agli eventi esterni, così come traspare anche dall’osservazione dei disegni progettuali.
Il capannone rappresenta una criticità importante, ma anche una risorsa per gli abitanti. La proprietà è del Comune di Bologna, che proprio in questo periodo ha provveduto a dar luogo ad una parziale ristrutturazione delle coperture, da ciò che si evince dai cartelli di denuncia lavori affissi in via del Porto.
Lo stesso capannone, usato da Hera Servizi Funerari, sarà probabilmente concesso in uso a realtà associative della Città tramite bando. In funzione dei tempi della gara, i partecipanti di Porto 15 potrebbero già essersi costituiti in associazione, ma il Comune su tale notizia si riserva di fornire maggiori informazioni.
Ad ogni modo pare del tutto lontana l’ipotesi di una parziale o totale demolizione dell’edificio, che permarrà conservando le proprie caratteristiche geometriche originarie. Le destinazioni immaginate ed emerse spontaneamente per il capannone dovranno quindi necessariamente essere allocate in altri spazi della casa.
Durante l’incontro sono emerse alcune ipotesi, dalla fattibilità ancora incerta, che riguardano sia l’impatto estetico che funzionale del capannone rispetto agli affacci diretti sullo stesso, in particolar modo relativamente all’alloggio del primo piano della tipologia A.
La soluzione meno costosa e più facile da attuare è quella che riguarda l’adozione di un rivestimento dell’intero tetto del capannone con prodotti di colorazione chiara, che mitighi l’effetto sgradevole e poco confortevole dal punto di vista termico dell’attuale guaina bituminosa nera. Tale soluzione ha incontrato l’approvazione da parte del Comune di Bologna e di ASP, anche perché non coinvolge aspetti di carattere statico della struttura.
Il capannone potrebbe diventare un tetto giardino, solo da guardare, non da utilizzare come terrazza. Il rivestimento verde avrebbe sopratutto funzione estetica e di mitigazione dell’affaccio dagli alloggi, tentando di ridurre al minimo il carico sulle strutture esistenti.
Il passaggio da tetto giardino da guardare a luogo di incontro, con necessario cambio di destinazione d’uso dello spazio, comporterebbe una necessaria verifica strutturale antisismica, dalla quale potrebbe emergere la necessità di una ristrutturazione di tipo strutturale piuttosto complessa e costosa.
La copertura verde non dovrebbe gravare sulla struttura esistente più di 15 kg/m , secondo una normativa regionale che consente parziali interventi sulle strutture di pubblica utilità, in deroga alle normative strutturali. Il Comune di Bologna si è assunto il compito di dar luogo alle necessarie verifiche di fattibilità (tecnica ed economica) rispetto a tale soluzione.
Una possibilità che potrebbe sposarsi con l’ipotesi di mitigazione minima descritta precedentemente è quella che prevede la parziale trasformazione del piano primo, di fatto eliminando l’alloggio di tipo A, annettendo parte dello stesso all’alloggio di tipo B e realizzando una ulteriore parte comune.
In questo modo l’affaccio dell’alloggio sul capannone sarebbe ridotto alla sola camera da letto, che avrebbe un ulteriore affaccio ad est. Si otterrebbe una tipologia singolare di alloggio con tre camere da letto, a canone d’affitto più alto, che si potrebbe proporre come soluzione alternativa per nuclei più ampi e di capacità economiche maggiori. Lo svantaggio sarebbe la riduzione del numero dei nuclei partecipanti a 17 invece dei 18 originari.
La proposta di una soluzione di questo tipo è naturalmente connessa ad una verifica di tipo economico e tecnico da parte di ASP, che verrebbe a perdere un alloggio, pur potendo contare su un canone più elevato sull’alloggio così ottenuto, ed una maggiore appetibilità dello stesso.